Storia dei Cuori Che Battono - Cuori Che Battono

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LA NOSTRA STORIA

I CUORI CHE BATTONO sono un gruppo di amici, artisti professionisti e non, con alle spalle esperienze in missione nei paesi del terzo mondo o di volontariato.
Il gruppo è figlio di un cammino, di un desiderio: il desiderio di voler essere vicino ai "poveri più poveri" dal luogo in cui viviamo, attraverso l'arte, il canto, la danza, il teatro, la poesia.


Come nascono i Cuori...
Ce lo racconta il fondatore: Gaetano "il Pellegrino"

Tutto e' iniziato, nel 2010, una sera in pizzeria a Milano, cenando con gli amici Paolo Manconi e Maria Abela.
Maria è una cantante lirica.
Ad un certo punto Paolo mi disse: "Gaetano, perché non organizziamo uno spettacolo in cui Maria canta ed il ricavato lo doniamo alle Missioni?"
Io accettai subito la sfinda, ma dissi a Paolo: "Allarghiamo l'idea! Provo a sentire degli amici e vediamo cosa ne viene fuori...".

La domenica sera a seguire, mentre mi recavo in chiesa a Monza per un corso sui 10 comandamenti, ne parlai con alcuni amici in macchina, durante il viaggio.
A Grazia Lara Calciano l'idea piacque molto, ed anche gli altri amici furono subito d'accordo. Così una domenica pomeriggio organizzammo una giornata al parco, a Milano, per parlarne.
Quel giorno ero stato in libreria ed avevo acquistato il libro "La Livella" di Totò. Parlai a tutti i miei amici del progetto che volevamo realizzare, per raccogliere fondi per le Missioni e furono tutti entusiasti dell'idea, che venne accolta molto positivamente. Quel giorno al parco il "trio napoletano" decise di recitare "La Livella" di Totò, fù anche la grande scoperta dell'attore Giuseppe Di Domenico (il nostro "Barone").

Ad Assisi, nel lontano 1999, grazie a Padre Giovanni Marini (un padre francescano), conobbi Sevi Scafetta, marito di Safiria Leccese (nota giornalista di Studio Aperto). Sevi divenne un caro amico, compagno di cammino ad Assisi, con i Francescani. Così una sera provai a telefonargli per illustrargli il nostro progetto e chiedergli se Safiria potesse essere la nostra presentatrice per lo spettacolo. L'amico Sevi mi disse subito che era una buona idea e Safiria accettò con gioia.

A Santa Maria delle Grazie, un'importante Parrocchia di Milano dei Terziari Domenicani, conobbi Luigi Saruggia (ballerino del Teatro "La Scala" di Milano) e provai a chiedere anche a lui se fosse interessato a danzare per il nostro spettacolo di beneficenza e anche Luigi accettò.
Era incredibile, tutti dicevano di si.

L'amica Paola Camaioni aveva degli amici di Torino che suonavano in un'orchestra sinfonica, professionisti, molto bravi. Così Paola provò a chiedere anche a loro se fossero interessati al nostro progetto ed anche i "Roccamerletti" accettarono subito di far parte dei Cuori Che Battono!!! E così fece anche Marco Besana, il nostro giocoliere, un amico di Maria Abela.

Ora ci mancava solo un regista. Così pensai al mio maestro di clowneria: Simone Bovienzo. Provai a chiedergli se avrebbe potuto farci da regista. E anche Simone accettò la sfida.
Cosi una sera ci trovammo tutti a Santa Maria delle Grazie, nel salone dei Padri Domenicani, e decidemmo di iniziare l'avventura dei Cuori Che Battono, che ci ha portati a realizzare il grande spettacolo del 16 ottobre 2010, grazie anche all'aiuto di molti altri nostri organizzatori e collaboratori quali:
Basilio De Martino, Cosimo Maruccia, Mary Sarnataro, Michelangelo La Fronza, Sara Torti, Giuseppe Aruc Crea, Sergio Ruggeri, Gaetano Cotena, Raffaele Fiorentino, Gabriele Facchinetti, Gloria Grattoni, Ottavio Preda, Laura Frignati, Camilla Ciscato, Roberto D'Amato, Daniela Nibali, Milena Serpico, Barbara Barbati, Marco Volpi e molti altri amici con un cuore aperto per i "poveri più poveri".

Attraverso il modo in cui ci amiamo,
attraverso il modo in cui attraversiamo la strada..
saliamo sul palcoscenico..
gli altri vedranno se siamo cristiani.

Nostro figlio, il nostro fratello che incontriamo
sul nostro cammino della vita
è un uomo che piange, che soffre,
magari è un uomo ferito,
che ha bisogno di un amico perchè è fragile,
vulnerabile e si sente solo.

Non giudicate, non condannate, perdonate.
Il grido dei deboli è: c'è qualcuno,
che mi ama cosi come sono!!!
Non pensate di evangelizzare i poveri,
ma lasciatevi evangelizzare dai poveri.
Essere umani è essere felici insieme,
è giocare insieme, fare spettacoli insieme..
camminare insieme..

Un abbraccio a tutti
Gaetano D'Andrea.. "il Pellegrino"

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